It's just a ride.

L'altro giorno ero in stazione, per pisciare. Sì, ero in un locale, ma andare a pisciare in un locale mi disgusta un po' - quando ti dirigi verso la latrina, sembra che tutti ti squadrino pensando “Ha! Quest'uomo deve far fuoriuscire dell'urina: che schifo!”, e ti senti quasi in colpa ad entrare in bagno. Peggio che mai se c'è pure la fila (dovuta sicuramente al fatto di essere in un posto dove il consumo di birra rende il cesso il luogo di frequentazione più affollato: il cesso in un pub ha un po' il ruolo che ha altrove la pista da ballo).

Fatto sta che ho deciso di evitare questa compagnia di avventori squadranti frammista ad alcolizzati ben inseriti nella società. Deciso a pisciare all'esterno, ho optato per la stazione delle nord, prospettandomi incontri ben più divertenti - gli alcolizzati peggio inseriti nella società saranno considerati dei geni dai posteri (no, non lo dico per vantarmi).

Mi cammino i miei bei 2-3 km, arrivo in stazione e mi dirigo verso il cesso. Con mio sommo disappunto, scopro che il cesso della stazione è chiuso. La cosa mi lascia spiazzato: considerando che i treni vanno ancora, si suppone che il viaggiatore pisci sempre sul treno? E il non viaggiatore? Deve prendere un treno? I barboni dove possono andare di corpo, se non possono prendere un treno? Vogliamo eliminare i barboni obbligandoli per la delusione a pisciare sui binari elettrificati e fulminandosi? E non vogliamo dare al drogato un luogo dove la luce al neon possa rischiarare la sua pelle e le sue vene, allo scambista un punto di ritrovo? Preso dallo sconforto vescicolare, inizio a tirar giù cristoni che neanche Germano Mosconi (il quale, per darmi modo di scrivere questo paragone, forse in cerca di visibilità, passava in stazione bestemmmiando morigeratamente e sommessamente).

Mentre gironzolo incerto e con la vescica in crisi, incontro un drogato seduto sul marciapiede che si gode lo spettacolo della gente che vaga per la stazione a quest'ora. Ha un cartello davanti a sè che recita “It's just a ride”. Vedendo la mia profonda indignazione notturna, il drogato prima mi fa un sorriso, e con pochi, lenti gesti mi invita a ritrovare la calma; quindi, decide di prendere parola.

-E' solo un giro di giostra. Non prendere mai nulla così sul serio.
-Cosa?
-La vita.
-Andiamo, -rispondo- esistono cose che non vanno sottovalutate. Bisogna essere capaci di agire quando è necessario.
-Amico mio, ti sbagli. Di necessario a questo mondo non c'è proprio nulla. Semplicemente, ci sono cose che fanno stare bene, e cose che fanno stare male. Fai le prime più che puoi, fai le seconde il meno possibile.
-La fai semplice.
-E' semplice.
-Ma alcune volte dobbiamo agire perchè dobbiamo.
-Mai. Se agiamo è perchè vogliamo.
-Ma esistono convenzioni, regole, persone da rispettare... c'è la morale!
-Kant è morto, e la morale non è dentro di me, è solo un rapporto con il mondo che mi sta attorno. Nulla obbliga... se agiamo in un certo modo è perchè pensiamo che in questo mondo, questo sia il modo di essere felice... insomma, è soltanto perchè, in fondo, lo vogliamo.
-E' perchè dobbiamo, a volte! Dobbiamo! Dobbiamo! Ci sono cose che sono da fare, perchè è così e basta! Alzati, studia, trovati un lavoro, fatti una famiglia, educa i tuoi figli, obbligali a venirti a trovare nei giorni di festa, e crepa.
-Questa è la vita che ti sei scelto. Io ho scelto qualcos'altro. Io sto bene. Tu sembri felice della tua scelta, tu stai bene. Finchè stiamo bene, dov'è il problema? E' solo un giro di giostra.


Alla fine ho pisciato in una chiesa lì davanti, erano anni che lo volevo fare.



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